1915: LA TOMBA DI EDUARDO RUSJAN A BELGRADO Durante la prima guerra mondiale, la tomba di Eduardo Rusjan fu visitata dall'ufficiale dell'esercito austro-ungarico Rudolf Brajnik di Sant'Andrea. Non sono rari
gli articoli di stampa ed altri scritti su Eduardo Rusjan ed i suoi grandi
sforzi profusi nella costruzione di "macchine volanti” all'inizio del ventesimo
secolo, aiutato dal fratello Giuseppe. I due erano infatti autentici pionieri
ed entusiasti delle nuove scoperte in campo aeronautico. Avevano intuito
giustamente quale rivoluzione avrebbero provocato quelle "macchine volanti"
nel settore dei trasporti, delle comunicazioni e, purtroppo, anche in campo
militare. Eduardo Rusjan viene considerato il primo aviatore sloveno ed
il primo costruttore di aeromobili nell’impero austro-ungarico. Egli fu
infatti il primo a spiccare il volo su un velivolo di propria costruzione.
Il fatto avvenne il 25/11/1909 e come pista di decollo Eduardo Rusjan
utilizzò un prato situato poco lontano dall'abitato di Sant'Andrea,
nella periferia sud di Gorizia, a pochi passi dalla riva sinistra del fiume
Isonzo. La gente del posto chiama ancor oggi quel campo "Male Rojce" (Campagnuzza).
Proprio riguardo alla tomba di Eduardo Rusjan, abbiamo ricevuto recentemente dal museo dell'aviazione di Belgrado una fotografia inedita, scattata verso la fine del 1915 e cioè durante la prima guerra mondiale. Dopo più di un anno di aspri combattimenti, le truppe della duplice monarchia austro-ungarica prevalsero sul piccolo ma molto combattivo esercito serbo e dilagarono in profondità nel territorio. Di questo esercito faceva parte anche l'ufficiale Rudolf Brajnik, nato proprio nel paese di Sant'Andrea presso Gorizia, ove qualche anno prima ebbe inizio l'epopea aviatoria di Eduardo Rusjan. Il primo volo del pioniere ebbe luogo proprio nelle immediate vicinanze della casa del Brajnik, sicché l'ufficiale probabilmente conosceva personalmente il pilota e ne aveva ancora un vivo ricordo. Fu così che Rudolf Brajnik, ufficiale delle truppe di occupazione austro-ungariche nell'espugnata Belgrado, appena gli si presentò l'occasione, andò a visitare la tomba di Eduardo Rusjan. Ma non si limitò a questo: commosso nel ricordo del giovane aviatore e costruttore tragicamente scomparso in una città lontana, sistemò e curò la tomba, facendosi, infine, fotografare accanto alla lapide eretta in sua memoria. Inviò poi la fotografia al proprio padre Alojz, allora sfollato con il resto della famiglia nella città di Aiudussina, ad una trentina di chilometri dalla natia Sant'Andrea, che nel frattempo si trovava, a causa dello scoppio delle ostilità tra l'Italia e l'Impero austro-ungarico, proprio sulla linea del fronte. La guerra non risparmiò nemmeno la famiglia Rusjan: i genitori, i fratelli e le sorelle di Eduardo trascorsero un periodo a Lubiana come profughi di guerra. Alojz Brajnik, padre del militare Rudolf, ricevuta dal figlio la fotografia, pensò immediatamente alla famiglia Rusjan, sfollata a Lubiana. Non esitò un solo istante, prese la fotografia ricevuta da Belgrado e la "girò" alla famiglia Rusjan. Sul dorso aggiunse brevemente le circostanze che lo portarono in possesso della fotografia, iniziando con le parole: "Io sono Alojz Brajnik di Male Rojce (Campagnuzza) presso la barca ...". Infatti la gente del posto chiamava "Pri barki - presso la barca" una zona ben precisa (localizzabile oggi con il comprensorio dell'area fieristico-espositiva di Gorizia e con le sue immediate adiacenze - poco più a valle rispetto all'odierno ponte 8 Agosto che unisce Gorizia con i paesi di Piedimonte e di Lucinico). Alla fine del diciannovesimo secolo il ponte non esisteva ancora e per il collegamento delle due sponde del fiume Isonzo veniva utilizzata un’imbarcazione - uno zatterone oppure una barcaccia, che però la gente chiamava brevemente "barca". Ancora oggi si trova traccia nella toponomastica del luogo di quella "barca". Infatti la via che provenendo dal ponte 8 Agosto porta verso il quartiere fieristico di Gorizia si chiama, appunto, via della Barca. L'incidente aereo che costò la vita a Eduardo Rusjan avvenne, come già accennato, il 9 gennaio 1911 a Belgrado. Egli venne sepolto due giorni più tardi con tutti gli onori. Ma la croce posta sulla tomba dello sfortunato aviatore reca inciso l'anno 1910. Perché? La risposta la possiamo trovare nel fatto che in Serbia si segue il calendario tradizionale ortodosso, che ha, rispetto al nostro, tredici giorni di ritardo. Infatti, i serbi celebrano l'Anno Nuovo tredici giorni dopo di noi, ed Eduardo, se si rispetta la tradizione ortodossa, non è morto nel gennaio del 1911, ma nel dicembre del 1910. I decenni passano e la città di Gorizia, trascorsa anche la seconda guerra mondiale, si trova divisa in due. Nella parte appartenente all'allora Jugoslavia sta sorgendo Nova Gorica, un agglomerato urbano completamente nuovo e nell'anno 1960 la città dedica ad Eduardo Rusjan un importante monumento. Nell’anno 1979 Carlo, fratello di Eduardo, consegna quasi tutte le fotografie in suo possesso ai rappresentanti del museo dell'aviazione di Belgrado. Tra queste fotografie si trova anche quella di Rudolf Brajnik sulla tomba di Eduardo. Molti anni più tardi, ai giorni nostri quindi, ecco che la stessa fotografia ritorna ancora una volta a Gorizia. Per concludere, potremmo dire anche che Rudolf Brajnik, ufficiale dell'esercito austro-ungarico, fu anche un membro importante della comunità slovena. Nato a Sant'Andrea nel 1882, si trasferì ad Aidussina nel 1907, ove lavorò presso il locale ufficio delle imposte. Già a Gorizia egli fu tra i quadri dirigenti più in vista dell'organizzazione sportiva dei Sokol. Ad Aiudussina contribuì alla fondazione di una sezione dei Sokol goriziani, di cui fu anche il primo presidente. I discendenti di Rudolf Brajnik vivono ancora oggi ad Aidussina, in Slovenia, nella Valle del Vipacco. VIP
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